"Egli è il regista silenzioso di se stesso e degli altri, la sua è una realtà tragicamente ironica i cui soggetti non sono mai in posa. Utilizza il mezzo per raggiungere il quotidiano, gli ambienti che gli appartengono e lo fa con una naturalezza disarmante.
Infatti, egli è lì nel posto e nel momento giusto pronto a mostrare ciò che il suo occhio ha catturato.
Il suo saper osservare ci porta ad una sorta di visione voyeuristica della nostra terra, in cui tutto si svolge su un palco teatrale non programmato ma dettato dal caso.
Scorrendo tra le numerose immagini si ha come l’impressione di viaggiare in una folle corsa contro il tempo: giorni, mesi...un anno...Un tempo che ci affascina, ci travolge e nello stesso tempo rimane immutato..."
Giusy Trapuzzano